Gagiandra è il nome veneziano della tartaruga, della testuggine. A volerla interpretare secondo i canoni predominanti, la tartaruga è il modello simbolico di una vita rinchiusa, contro i pericoli e i disagi provenienti da un mondo minaccioso e ostile.
Al contrario, a noi piace assumere questa creatura come il simbolo di esistenze che, anche attraverso esperienze dure e dolorose, hanno acquisito una forza che consente loro di abitare il mondo intero come casa comune, al tempo stesso di ciascuno e di tutti.
Della tartaruga amiamo però anche la lentezza, soprattutto in tempi di velocità insensibile e insensata, senza fine e senza fini.
La lentezza che amiamo nulla ha a che fare con l’inerzia: vuole essere ricerca costante di un pensiero e di un’azione consapevoli, rivolti alla cura di se stessi, delle persone, dei luoghi, del mondo. Vuole essere capacità di dare forma e misura alla
realtà attraverso un operare che duri nel tempo. Nella convinzione, sotto l’auspicio delle longeve tartarughe, di poter resistere e vivere a lungo.